Che la pesca fosse praticata in Italia fin dall’antichità è cosa certa. Così come è certo che fin dai tempi dei romani fossero note avanzate tecniche di piscicoltura, che poco o nulla avevano da invidiare a quelle moderne. Si trattava comunque di pesca a scopo alimentare. E’ solo nel 1920 che si hanno in Italia le prime notizie certe di una attività per diletto, con le prime società che acquisiscono dai Consorzi di Tutela, che allora gestivano le acque pubbliche, i diritti di pesca per organizzare competizioni tra i loro soci. Il primo disposto di legge che, anche se non in modo esclusivo, interessa la pesca per diletto è il T.U. 8/10/1931 e successive modifiche, con cui venne regolata la materia della pesca in acque interne. Nel 1931 la pesca dilettantistica presentava aspetti molto diversi da quelli attuali. L’ambito in cui poteva operare il pescatore dilettante negli anni trenta era molto più circoscritto dell’attuale, che vede il singolo sportivo spostarsi da un capo all’altro del paese. Neppure le condizioni ambientali erano quelle attuali, sussistendo ancora ampie zone umide, prima che costose e talora non sempre utili bonifiche le eliminassero. La situazione riproduttiva della fauna ittica era quasi dappertutto affidata alla natura che, non di rado, operava seguendo i suoi disegni, incrementando specie nocive alla pesca come il pesce gatto. In questo contesto tra il 1931 e il 1942 la pesca dilettantistica andò assumendo un carattere sempre più marcatamente sportivo, creando i presupposti per l’istituzione di un ente nazionale destinato a raccogliere intorno a sé le tante iniziative sorte un po’ dappertutto. Il 1942 avrebbe dovuto essere anno di olimpiadi, fatto che portò alla nascita frettolosa di alcune strutture sportive, anche sull’onda di manifestazioni a carattere propagandistico a fini bellici, all’epoca frequenti. La Federazione Italiana Pesca Sportiva (F.I.P.S.), che non riguardava sport da olimpiade, fu uno di tali esempi. La data di nascita ufficiale della F.I.PS., quale risulta dall’ art. 1 del suo Statuto, è il 27 giugno 1942, ed il provvedimento che le dette origini è una delibera Presidenziale emanata dal C.O.N.I. per la facoltà concessagli dall’art. 5 comma 2 della legge 16/2/1942 n.426. In detto articolo si precisa però che, per l’organizzazione, occorre rifarsi alle norme del già citato T.U. 8/10/1931 n.1604, e successive modifiche. La fine del secondo conflitto mondiale trovò le acque pubbliche e il patrimonio ittico disastrati, per molte ragioni. Durante la guerra, e per non breve tempo nel dopoguerra, i mezzi preferiti per la pesca in acque interne e marine furono il cloro e gli esplosivi. Al degrado prodotto da tali sistemi si aggiungevano le pretese di una miriade di soggetti vantanti diritti di esclusiva, veri o falsi, sulle acque interne. Questa situazione, che ostacolava pesantemente il normale esercizio della pesca sportiva, ormai praticata da un numero crescente di appassionati, finì per provocare soprattutto al nord la creazione di sodalizi tra gli sportivi interessati a porre un argine alla dilagante anarchia esistente nella pesca. Il 12/2/1946 si tenne a Monza una riunione in cui, denunciato pubblicamente il grave stato di disordine delle acque interne, si votò un O.d.G. che chiamava in causa le autorità responsabili centrali e periferiche affinché intervenissero a far cessare gli abusi e a restituire efficacia alle leggi. Ne derivarono due cose: il Ministero dell’Agricoltura e Foreste convocò a Roma i responsabili della Federazione e della Sezione Provinciale di Milano, i cui appunti ritennero giusti. Affidò quindi alla F.I.P.S. l’incarico di provvedere al riordinamento e all’organizzazione del settore che era di sua competenza per debito d’istituto, concedendole una quota sui versamenti delle licenze governative e una sopratassa.
Da qui nacquero anche i presupposti per quello che venne chiamato il Congresso Costituente della F.I.P.S., una riunione di rappresentanti che si tenne a Bologna il 17 e 18 novembre 1947. Da quell’assemblea sortì il primo Statuto Federale, contenente la base della sua struttura e delle sue articolazioni.
L’opera venne completata a Firenze nell’aprile del 1948 con la prima Assemblea Nazionale dei delegati, che approvò lo Statuto, elesse il Consiglio Federale e nominò Presidente il Comm. Aldo Cozza di Lecco. L’ex Presidente Avv .Frangiotto Pullè venne eletto V.Presidente per il settore mare.
Da questo momento la F.I.P.S. iniziò la sua attività regolare, e già un paio di anni dopo emergono i primi dati di un certo rilievo. Dall’anno zero del fineguerra, nel 1950 la Federazione conta 1250 federati per 221 società. Da allora inizia un incremento esponenziale: il numero degli iscritti aumenta di sette volte nel quinquennio ’50-’55, si raddoppia nel quinquennio successivo, per crescere fino alla punta massima di 638.882 unità nel 1972.
In quanto organo del C.O.N.I., la F.I.P.S. fin dalle origini coordina la sua azione e i suoi programmi in modo rispondente alla politica sportiva generale del superiore Comitato, contribuendo a sua volta, insieme alle altre federazioni, a stabilire gli indirizzi di tale politica. In particolare, secondo l’esposto dell’art. 3 della legge istitutiva del C.O.N.I., provvede a “…organizzare e potenziare lo sport nazionale; … coordinare e disciplinare l’attività sportiva, comunque e da chiunque esercitata; approntare atleti e mezzi per la olimpiade e per tutte le altre manifestazioni sportive nazionali ed internazionali”.
Se da un lato l’appartenenza al C.O.N.I. può aver rappresentato per la F.I.P.S. la causa di qualche condizionamento, dall’altro ha conferito alla Federazione un carisma di autorità, che ha largamente compensato i condizionamenti operativi. Tanto più che è stata lasciata alle federazioni ampia libertà di organizzazione interna, data la riconosciuta esistenza di necessità diverse per ogni disciplina sportiva, che richiede al suo interno strutture specifiche ad alta specializzazione.
Nel corso degli anni la F.I.P.S., nata originariamente per promuovere la pesca dilettantistica nelle acque interne e in mare, allarga il proprio campo di azione.
Nel 1949, grazie soprattutto alla determinazione del Comandante Luigi Ferraro e alla ispirata lungimiranza dell’allora Segretario Generale della F.I.P.S. Carlo Manstretta, gli Sports Subacquei entrano a far parte dalla F.I.P.S. Da subito ne vengono incoraggiati lo sviluppo e la penetrazione in ogni regione e strato sociale, anche attraverso la creazione di una serie di commissioni sportive, tecniche, scientifiche e mediche. In particolare la pratica della pesca subacquea si diffonde rapidamente, dando luogo ad un movimento sportivo che in pochi anni riesce a coinvolgere altre nazioni al punto di consentire di organizzare nel 1957 il primo Campionato del Mondo, a Lussimpiccolo, con Mario Catalani che si laurea campione. Da allora altri sei titoli mondiali e innumerevoli vittorie individuali e per nazioni hanno arricchito i palmares della nazionale italiana di pesca subacquea. L’agonismo subacqueo si è arricchito oggi di altre specialità: fotosub, caccia fotosub, tiro subacqueo, apnea sono altrettanti campi di cui da sempre gli Italiani occupano i primissimi posti.
Accanto alla organizzazione delle attività agonistiche, fin dalle origini la F.I.P.S. comprese la necessità di dar vita ad una struttura didattica tesa ad insegnare allo sportivo le cognizioni teoriche e scientifiche della subacquea. Corsi non federali, ma che già prefiguravano la struttura futura, avvennero a Milano nel ’52, organizzati dal Goggler Club Milano ad opera degli istruttori Vito Allievi Tampelli e Virgilio Cella, quest’ultimo futuro Presidente della F.I.P.S.. I primi corsi federali con vero e proprio programma didattico a brevetto iniziarono nell’aprile ’57 a Torino e successivamente a Genova, Bologna e Milano. Nel ’59 venne istituita a Nervi (GE) la Scuola Nazionale di Immersione che, sotto la guida di Duilio Marcante, organizza dal 1959 al 1984 un centinaio di corsi da cui vengono diplomati istruttori oltre 1500 partecipanti.
Il percorso che porterà il nuoto pinnato a diventare una disciplina autonoma all’interno della F.I.P.S. inizia nel 1955.
In quell’anno viene inviata ai circoli subacquei una circolare in cui la F.I.P.S. “…nell’intento di favorire con ogni mezzo il diffondersi della pesca subacquea … preso accordi con la competente Federazione Italiana Nuoto…” si assume “la piena rappresentanza e tutela di questa specifica attività sportiva”, proponendo ” l’organizzazione di gare di un certo rilievo, di cui si gradirebbe dare notizia alla stampa”. Col passare degli anni questa disciplina sportiva si è via via andata affrancando dalla subacquea, fino a vedere riconoscere la propria identità e autonomia gestionale nel 1984, anno in cui il Nuoto Pinnato diviene settore autonomo.
Le prime manifestazioni agonistiche ufficiali di nuoto pinnato risalgono ai primi anni cinquanta. Nel ’57 viene organizzato il primo Campionato Italiano, nel ’60 a Palermo, in mare, il primo Campionato del Mondo, nel ’76 in Germania il primo Campionato del Mondo in piscina.
I risultati per l’Italia sono sempre di grande qualità, ponendola tra le nazioni guida a livello internazionale. Il lavoro di riorganizzazione affidato ad Achille Ferrero dopo i deludenti Campionati del Mondo del 1980 a Bologna, porta dapprima a podi di prestigio ai Campionati del Mondo di Berlino del 1984, poi alla revisione dello Statuto Federale con il riconoscimento dell’autonomia del settore, alla nomina dello stesso Achille Ferrero nel 1987 alla commissione internazionale della C.M.A.S., alla assegnazione dei Campionati del Mondo del 1990 a Roma.
La Federazione oggi
Stare al passo coi tempi è la scommessa con cui si deve oggi confrontare la federazione (divenuta nel frattempo F.I.P.S.A.S.: Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee). A questo scopo sono in corso importanti cambiamenti a carico di tutti e quattro i Settori che oggi la compongono: Acque Interne, Acque Marittime, Attività Subacquee e Nuoto Pinnato. La concorrenza delle altre organizzazione piscatorie, la presenza sul territorio nazionale di aggressive organizzazioni commerciali subacquee, la comparsa sulla ribalta del nuoto pinnato di nazioni emergenti impone a tutti la necessità di adeguarsi. E’ questo l’obbiettivo primario su cui ha deciso di confrontarsi la nuova dirigenza, uscita fortemente rinnovata dopo le ultime elezioni nazionali.